Le scuole incontrano il ministro Bianchi

Il Ministro dell’Istruzione a Dedalus

Il 13 maggio 2022 il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è stato a Dedalus, nel salone del centro interculturale Officine Gomitoli.
Un incontro non con la sola cooperativa ma con la comunità educante che in questi anni è cresciuta e si è consolidata attorno alla co-progettazione e condivisione operativa di tante pratiche educative, in un forte intreccio tra curriculare e extra-curriculare.

Circa 100 persone: ragazzi e ragazze, genitori, docenti e dirigenti, educatori e educatrici, mediatori o e mediatrici culturali, imprenditori e artisti che oramai da anni lavorano insieme per arginare l’abbandono scolastico e il fallimento formativo, in un lavoro congiunto di scuole, civismo attivo, istituzioni locali che hanno condiviso l’idea che l’unica strada possibile di fronte alla complessità del tema educativo sia il lavoro condiviso, in un rapporto di reciproco e paritario riconoscimento.

A accogliere il Ministro e a partecipare al confronto, oltre a Elena de Filippo (Dedalus), Ettore Acerra, (Direttore dell’Ufficio Scola-stico Regionale), Marco Rossi Doria (Presidente di Impresa Con i bambini”), Mia Filippone (Vicesindaca e Assessora alla Scuola e Istruzione del Comune di Napoli)

“Sono qui a Dedalus” – ha detto tra le altre cose il Ministro – “per incontrare una delle tante comunità educanti che hanno fatto della questione educativa tema di interesse prioritario e collettivo per tutta la comunità locale. E, per questo, di pensare e costruire una scuola più capace di rimettere al centro alunni e alunne, soprattut-to quelli che fanno più fatica per non lasciare indietro nessuno”.

Protagonisti particolari dell’incontro sono stati i ragazzi e le ragazze che hanno posto domande precise, raccontato la loro esperienza e la loro relazione con la scuola e i servizi educativi, dicendo le cose positive ma anche le questioni che ancora non vanno o vanno male. O, con estrema sincerità, denunciando anche quello che, ai loro occhi, appare inaccettabile. Come ha fatto un ragazzo con background migratorio che ha denunciato come tutte le buone pratiche educative, anche le più belle de innovative, rischino di finire nella “spazzatura” perché la politica e i decisori nazionali non riescono a trovare il coraggio e la lungimiranza di modificare la legge sulla cittadinanza, di fatto condannando migliaia di giovani nati in Italia a diventare invisibili al compimento della maggiore età.

 

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