Non ci fermiamo: dopo il referendum, ripartiamo dai territori per una cittadinanza Piena

11 Giugno 2025
Il referendum dell’8 e 9 giugno è stato un appuntamento mancato per la nostra democrazia.
Nonostante oltre 14 milioni di persone si siano recate alle urne, esercitando il proprio diritto di voto e sfidando il silenzio mediatico e l’invito all’astensione del Governo, il quorum non è stato raggiunto.
È un dato che, con amarezza, non possiamo ignorare. Così come non possiamo ignorare che il 34,51% dell’elettorato ha scelto di votare NO al quinto quesito, che proponeva di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza italiana.
Questo dato, però, non ci sorprende più di tanto, perché riflette la diffusa paura legata all’immigrazione che ancora pervade il nostro Paese.
Ci troviamo davanti a una società preoccupata e spaventata, influenzata da una propaganda che presenta l’immigrazione non come una risorsa e un valore aggiunto, ma come una minaccia da combattere e contrastare; una narrazione che alimenta divisioni tra le persone, soprattutto tra le fasce più vulnerabili della popolazione.
Ma non dobbiamo fermarci davanti alle difficoltà, né rassegnarci di fronte a chi vuole dividerci. Anzi, dobbiamo impegnarci a sfatare questo racconto e a costruire una narrazione diversa.
Questo appuntamento referendario è stato importante proprio perché ci ha indicato la strada da seguire.
Nei mesi della campagna referendaria sui territori abbiamo visto moltiplicarsi banchetti informativi, volantinaggi, caffè referendari e iniziative di dibattito e confronto.
Una rete di oltre 180 organizzazioni – tra partiti, associazioni e attivisti – si è unita, riprendendo la strada della mobilitazione e risvegliando energie e speranze soprattutto tra i giovani, con una intensità che da tempo non si vedeva.
È proprio da qui che dobbiamo ripartire.
Dobbiamo tornare sui territori, nelle strade, nelle scuole, sui posti di lavoro, per parlare con le persone usando un linguaggio chiaro, diretto, sincero e lontano da ogni presunzione.
Dobbiamo riconquistare questo Paese pezzo per pezzo e ricostruirlo dal basso, con coraggio e determinazione.
Dobbiamo praticare l’impossibile, tirandolo fuori dall’impossibilità che ci circonda.
Perché ora più che mai è il momento di rilanciare la lotta per i diritti, per una cittadinanza davvero piena, per una società giusta e solidale.

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